Resta a Milano il maxi procedimento con 102 imputati e in fase di udienza preliminare scaturito dalla riunione dei quattro filoni dell’inchiesta ‘mensa dei poveri’ su un presunto “sistema” di mazzette, appalti e nomine pilotate e finanziamenti illeciti e che ha visto tra i protagonisti l’ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello, ritenuto il “burattinaio” e il “manovratore”, e l’ex europarlamentare di Fi Lara Comi, accusata anche di truffa al Parlamento Europeo. Stamane, infatti, il gup Natalia Imarisio ha rigettato le eccezioni di competenza territoriale a favore o di Busto Arsizio (Varese) o Novara avanzate da alcuni dei difensori di persone che hanno una posizione marginale. Durante l’udienza, ancora in corso in una delle aule in Fiera messe a diposizione del Tribunale, si sta discutendo dell’ammissione o meno delle dieci richieste di parti civili, presentate, tra l’altro dai Comuni di Milano e Gallarate, Amsa e Afol Metropolitana, quest’ultima per il coinvolgimento dell’ex dg Giuseppe Zingale, tra gli arrestati di due anni fa. Il giudice oggi, stando al programma d’udienza, dovrebbe decidere sulle istanze di parti civili e incamerare le richiesta di riti alternativi. Tra queste anche quella di Caianiello che, tramite il suo legale, l’avvocato Tiberio Massironi, intende patteggiare. Tra gli imputati anche l’ex vicecoordinatore lombardo azzurro ed ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella, il consigliere lombardo e collega di partito Fabio Altitonante e il deputato sempre di FI Diego Sozzani.