La Cgil di Varese piange la morte di Gabriella Sberviglieri, donna che ha dedicato tutta la sua vita a combattere ogni forma di ingiustizia, e in favore dei diritti sindacali, dell’emancipazione femminile e per la difesa della democrazia.
Tutta la Cgil, si stringe al marito Gianfranco Parodini.
Nel suo commento il segretario generale Umberto Colombo sottolinea che il suo impegno non si è limitato all’azione sindacale, ma ha riguardato anche tante battaglie: contro la violenza sulle donne, per la pace, la solidarietà, i diritti sociali e civili dei quali si è fatta paladina e portavoce in tutte le occasioni possibili.
Gabriella Sberviglieri, nata a Fagnano Olona nel 1943, era cresciuta in una famiglia di umili origini. Ben presto a soli 13 anni comincia a lavorare in una azienda tessile iscrivendosi subito alla Cgil e alla FGCI.
A 18 anni si iscrive al PCI. La fabbrica diventa la fucina della sua formazione sindacale e politica. Affermare la dignità e i diritti di chi lavora diventerà la costante delle sua vita. Dal 1970 al 2000 ricoprirà ruoli di primo piano prima nel sindacato dei tessili Filtea-Cgil poi nella Cgil territoriale e infine nel sindacato pensionati dello SPI.
Particolarmente significativo e intenso il suo impegno sulla questione femminile e i diritti delle donne.
Nel 2000 è nominata dal Ministero del Lavoro Consigliera provinciale di parità, carica ricoperta sino al 2012 con il compito di promuovere azioni positive, far rispettare le leggi e combattere le discriminazioni di genere nei luoghi di lavoro. Ha fatto parte del gruppo di lavoro che ha collaborato con la ministra Livia Turco nella realizzazione di tre Leggi importanti: la n° 125 del ’91 sulle Azioni Positive; la n° 53 del 2000 sui Congedi Parentali; la n° 51 del 2001 sui maltrattamenti in famiglia. Nel 1998 ha contribuito alla costituzione del Centro Antiviolenza EOS.
Un centro diventato ben presto punto di riferimento delle donne che hanno subito violenza e luogo di impegno per combattere la cultura del dominio e del possesso che genera la violenza sulle donne nella società e soprattutto in famiglia.
Per conto di EOS ha fatto parte fino all’ultimo respiro del Tavolo regionale istituzionale contro la violenza e della rete inter-istituzionale contro la violenza di cui il Comune di Varese è capofila.