“Galimberti pensa alla campagna elettorale invece di occuparsi dei problemi reali dei varesini che scaturiscono dall’incapacità della sua Giunta. Indica il referendum sul suo stipendio che aveva promesso in campagna elettorale, in modo che siano i cittadini a decidere quando deve guadagnare”.
Così Emenuele Monti, consigliere regionale del Carroccio, intervenendo in merito alla proposta del Sindaco di Varese di indire una class action per risarcire aziende, commercianti, famiglie e studenti che hanno subito danni per l’istituzione della zona rossa.
“Galimberti – spiega Emanuele Monti – si occupi dei numerosi problemi della città, scaturiti dall’incapacità della sua Giunta, piuttosto che attaccare a vanvera Regione Lombardia. Cerca di strumentalizzare la questione della zona rossa in maniera disdicevole e a scopo meramente elettorale. In primo luogo, è bene ricordare che la Lombardia è stata la prima che, quando il Governo ha cambiato il metodo di calcolo dell’indice Rt, ha denunciato il fatto che fosse un sistema poco affidabile. In più, questo metodo non è mai stato trasparentemente condiviso con le regioni, tant’è che è servito il ricorso al Tar di Regione Lombardia per palesare il fatto che veniva preso in considerazione anche un indicatore molto poco coerente con l’andamento epidemiologico e che condizionava in maniera sostanziale l’Rt”.
“È l’ennesima dimostrazione – aggiunge – dell’incapacità di gestione della pandemia da parte del Governo, dello stesso colore della maggioranza di Varese. Non è riuscito a garantire ristori adeguati al commercio e ha messo limitazioni assurde a bar e ristoranti quando, come dimostrano autorevoli studi scientifici come quello del San Raffaele e dell’Università di Pavia, solo lo 0,2% dei contagi avviene nell’ambito della ristorazione. Fa ridere quindi questo atteggiamento di Galimberti che rispediamo al mittente”.
“Chiediamo al Sindaco – conclude – di indire il referendum sul suo stipendio, come aveva solennemente annunciato in campagna elettorale ormai cinque anni fa. Preso atto dell’esito di questa consultazione referendaria, devolva in beneficenza la differenza tra i soldi percepiti fino ad ora e quanto la popolazione deciderà essere la cifra consona per il suo trattamento economico”.