È durato meno di mezz’ora l’interrogatorio in carcere di Davide Fontana, il 43enne dipendente di banca fermato lunedì con l’accusa di aver ucciso e fatto a pezzi la 26enne Carol Maltesi, attrice hard conosciuta con il nome d’arte di Charlotte Angie. Davanti al gip Angela Corvi, Fontana si è rifatto all’interrogatorio in cui ha confessato l’omicidio spiegando di aver ucciso la donna durante un gioco erotico che prevedeva colpi di martello su tutto il corpo.
Il racconto dell’omicidio fatto da Davide Fontana è peggio di un film degli orrori. Ad ogni parola emerge una raccapricciante sequenza di atti che lasciano senza fiato. Una confessione shock quella del 43 enne, impiegato di banca e fotografo, che vive a Rescaldina nella stessa casa di corte della sua vittima, l’appartamento a fianco a quello di Carol.
Con lei aveva avuto una relazione: si erano conosciuti nell’ottobre del 2020 e, per Carol, Davide si era separato. Un rapporto continuato anche dopo la fine della relazione, sfociato in un omicidio che l’uomo ha raccontato agli inquirenti senza sosta.
La donna è stata uccisa nella sua abitazione a gennaio scorso tra il 10 e l’11. Quel giorno, riportano oggi le cronache dei giornali, i due avrebbero dovuto girare due video hard, il secondo molto più violento del primo.
Tutto sarebbe stato registrato dal cellulare, forse anche l’omicidio: dopo la prima “scena di sesso siamo saliti in camera da letto, dove è installato un palo da lap dance. Ho legato i polsi della ragazza al palo con del nastro telato e un sacchetto di plastica nero sulla testa”.
Carol si dimenava, per liberarsi dal sacchetto, lui l’ha colpita più volte, con un martello su tutto il corpo, anche sulla testa, poi ha raccontato di averle tolto il sacchetto, era quasi morta, rantolava, cosi avrebbe deciso di finirla con un taglio alla gola.
Poi l’orrore continua con la decisione di nascondere il cadavere. Compra un’accetta e un seghetto, taglia il corpo, lo mette in 5 sacchi neri e li lascia in camera. Quindi li inserisce in un freezer a pozzetto acquistato on line.
Affitta uno chalet a Vararo sopra Cittiglio e cerca di bruciare il corpo sul barbecue. Infine decide di disfarsene nella discarica a cielo aperto di Paline di Borno, zona che frequentava da bambino. In tutto questo tempo si muove a volte con l’auto della vittima, ha con sé il cellulare di Carol, per rispondere ai messaggi di ammiratori vari, della mamma malata e dell’ex compagno, padre del suo bambino di sei anni.
Fino alla decisione di presentarsi dai Carabinieri per denunciare la scomparsa dell’amica. Ma le tante contraddizioni del suo racconto l’hanno fatto cadere fino alla confessione.
Il movente? Non c’è, Fontana non sa dire perché lo ha fatto.
Ora l’intero fascicolo passerà alla procura di Busto Arsizio, competente per territorio.