Il gip di Milano Natalia Imarisio, su richiesta dei pm, ha archiviato l’inchiesta in cui il governatore lombardo Attilio Fontana era indagato per autoriciclaggio e falso nella ‘voluntary disclosure’ in relazione a 5,3 milioni di euro che erano depositati su un conto a Lugano, scudati nel 2015, e in particolare su parte del denaro, 2,5 milioni, che gli inquirenti ritenevano frutto di presunta evasione fiscale.
Fontana, difeso dai legali Jacopo Pensa e Federico Papa, ha sempre ribadito che la somma regolarizzata 7 anni fa era il lascito ereditario della madre.
Per dimostrarlo, a metà maggio scorso, i suoi difensori avevano depositato documentazione bancaria relativa ai conti svizzeri a partire dal 1997, sostenendo che non c’era stato alcun versamento in contanti ma che si trattava
Il 18 marzo davanti al gup Chiara Valori è fissata l’udienza preliminare a carico dello stesso Fontana e altre quattro persone, imputate di frode in pubbliche forniture per la vicenda dell’affidamento da parte di Aria spa, centrale acquisti della Regione, di una fornitura da circa mezzo milione di euro – poi trasformata in donazione – di 75mila camici e altri dispositivi di protezione a Dama, società del cognato del presidente lombardo, Andrea Dini.
Secondo l’accusa, Fontana aveva tentato di risarcire per il mancato introito il cognato con un bonifico di 250mila euro prelevati dal conto in Svizzera, bloccato perché bloccato segnalato dalla Banca d’Italia come operazione sospetta.