Si è conclusa pochi giorni fa, presso la Corte d’Appello di Milano, una lunga vicenda giudiziaria derivante da un episodio avvenuto a bordo di un bus urbano.
In una sera dell’estate 2016, sulla linea E, due verificatori di Autolinee Varesine fermarono un’intera famiglia di tre persone senza alcun titolo di viaggio valido. La reazione del padre fu molto aggressiva sin dalle prime richieste di un documento di identità per compilare la sanzione; i controllori furono immediatamente ingiuriati, con una lunga serie di minacce di aggressioni fisiche, insulti di ogni genere e offese reiterate, sino ad arrivare all’interruzione della corsa a causa della situazione ormai pericolosa.
Dopo un’assoluzione in primo grado, il verdetto è stato dunque ribaltato in Appello e il soggetto è stato condannato a 6 mesi di reclusione con la condizionale per minacce e resistenza al personale dell’azienda, oltre ad un risarcimento pecuniario di 500 Euro e al pagamento delle spese processuali. Un secondo filone del procedimento riguarderà invece l’altrettanto grave interruzione di pubblico servizio, che ha ovviamente cagionato un danno anche ad altri utenti.
Autolinee Varesine esprime grande soddisfazione per questo verdetto, che è l’ennesima sentenza di condanna nei confronti di qualche soggetto autore di aggressioni fisiche o verbali ai danni dei verificatori aziendali, i quali hanno oltretutto la qualifica di pubblici ufficiali.
Trovarsi uno strascico processuale per un biglietto che costa 1.40 Euro (o poco di più, sulle linee extraurbane) non è certamente logico, perciò il consiglio di buon senso – qualora ci si trovi sprovvisti di titolo di viaggio – è sempre quello di essere assolutamente collaborativi con i controllori, al fine di evitare queste spiacevoli conseguenze giudiziarie.