Il premier Giuseppe Conte ha firmato nella tarda notte il Dpcm che istituisce un regime di chiusure differenziate a seconda della fascia di rischio contagio Coronavirus alla quale appartiene ogni Regione. L’impianto del testo è rimasto quello emerso nelle bozze circolate, con la suddivisione del paese in tre aree (rossa, arancione, verde) a seconda dello scenario di rischio. Una novità, rispetto all’ultima bozza, è che parrucchieri e barbieri resteranno aperti anche nelle aree rosse, dove è previsto il divieto di mobilità e la chiusura dei negozi, bar e ristoranti (questi ultimi due rimarranno chiusi anche nelle zone arancioni).
Le misure minime valide su tutto il territorio nazionale – Zone verdi
– Coprifuoco dalle 22.00 alle 5.00: sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze;
– per tutto l’arco della giornata fortemente raccomandato non spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati;
– sospese mostre e servizi museali
– didattica a distanza al 100% per le scuole superiori, salvo attività laboratori in presenza
– attività in presenza per scuole elementari e medie ma con uso obbligatorio delle mascherine
– sospensione concorsi (compreso quello della scuola), a esclusione di quelli per personale sanitario
– nelle giornate festive e prefestive chiuse le medie e grandi strutture di vendita, a eccezione delle farmacie, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole
– coefficiente di riempimento massimo del 50% sui mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale
Zone arancioni
– Vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dal territorio, salvo che per spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute o di studio
– vietato ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, salvo che per comprovate esigenze
– sospesi attività di bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22,00 la ristorazione con asporto
Zone rosse (di cui farà parte quasi sicuramente la Lombardia)
– Vietato ogni spostamento in entrata, in uscita e all’interno del territorio, salvo che per spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute o per accompagnare i figli a scuola
– sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità. Sono chiusi i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie. Ma anche barbieri, parrucchieri e lavanderie
– sospesa l’attività di bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22,00 la ristorazione con asporto
– sospese le attività sportive anche svolte nei centri sportivi all’aperto
– è consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di mascherina; è consentito lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente all’aperto ed in forma individuale
– attività scolastica in presenza per scuola dell’infanzia, elementare e prima media
Il braccio di ferro con le Regioni
In una lettera inviata da Boccia e dal titolare della Salute Roberto Speranza alle Regioni i due ministri hanno risposto ai rilievi inviati dai governatori sul Dpcm. Sull’elaborazione dei dati – decisiva per stabilire in quale fascia di rischio collocare una Regione – il decreto «garantisce il coinvolgimento» delle Regioni stesse, spiega il governo. Non solo, infatti, i governatori partecipano alla cabina di regia sull’emergenza sanitaria ma nel Dpcm si precisa che il ministero della Salute emetterà le ordinanze di chiusura “sentiti” i presidenti delle Regioni, si sottolinea nella lettera. La missiva, sulla richiesta di ristori, assicura: il decreto sarà varato in settimana, le erogazioni saranno “tempestive”. La cifra prevista inizialmente di 1,5 miliardi probabilmente non basterà. E il rebus si complica perché, anche volendo, i tempi per chiedere un nuovo scostamento di bilancio sono strettissimi.
Le disposizioni del Dpcm si applicano dal 5 novembre al 3 dicembre 2020.
La classificazione di una Regione in uno dei tre scenari indicati («rosso», «arancione» e «verde») sarà decisa dal ministero della Salute con ordinanza sulla base dei 21 parametri di riferimento.
Alcuni di questi sono stati indicati dallo stesso premier: si tratta dell’indice Rt, dei focolai e della situazione di occupazione dei posti letto negli ospedali.
Sono Lombardia, Piemonte, Calabria, Alto Adige e Valle d’Aosta le Regioni candidate.