“Appare evidente come tale notifica sia stata emessa ed eseguita al fine di zittire questo scomodo difensore alla vigilia della discussione nel processo Krimisa dinanzi al Collegio di Busto Arsizio”. Sono le parole dell’avvocato Francesca Cramis, iscritta nel registro degli indagati dalla Dda di Milano con l’accusa di aver aiutato Emanuele De Castro, collaboratore di giustizia e condannato in via definitiva perché membro alla Locale dell’Ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo, a distrarre capitale dalla società City Park Malpensa, quando fu arrestato. Secondo il legale, che oggi in Tribunale a Busto Arsizio (Varese) assisteva il commercialista di De Castro nello stralcio varesino del processo ‘Krimisa’, a sua volta indagato per lo stesso reato, si tratta di “incolpazione assolutamente infondata” e di “ulteriore riprova della volontà di escludermi da tale processo” come ha rappresentato “l’eccezione di incompatibilità sollevata in aula” dal pm Cerreti” e “rigettata dal Collegio”. Infine, specificando di “dimostrare la pretestuosità dell’accusa dinanzi al GUP”, Cramis ha spiegato di “essere stata costretta a rinunciare” alla difesa del commercialista imputato a Busto Arsizio.