Dopo 8 mesi finisce in carcere un marocchino senza fissa dimora ritenuto responsabile di spaccio di stupefacenti nelle aree boschive della Valganna, tra Boarezzo e Mondonico.
Era il mese di gennaio quando alcuni volontari della protezione civile stavano eseguendo de lavori in un’area boschiva di Mondonico, e la loro presenza aveva certamente sorpreso due spacciatori che in quei boschi trovano facilmente nascondiglio. Però, sul posto dove i magrebini erano stati visti, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Luino, dopo essere interventi per un sopralluogo, avevano rinvenuto e sequestrato un telefono cellulare che hanno provveduto subito ad analizzare. Su quel telefono vi erano centinaia di contatti con molti clienti, tutti della zona i quali, dopo essere stato ascoltati, hanno consentito ai militari di dare un nome ed un volto ad uno di quegli spacciatori che si era allontanato velocemente.
Dalla indagine è emerso, anche attraverso alcuni sequestri fatti dai Carabinieri della stazione di Marchirolo nei giorni precedenti, come la figura di un marocchino di 30 anni, in Italia senza fissa dimora, che si era reso responsabile di una così importante attività di spaccio, per lo più di hashish e marijuana.
Il giudice per le indagini preliminari di Varese ha così emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere che è stata eseguita nei giorni scorsi dai Carabinieri di Vigevano in quanto l’uomo si era, nel frattempo, spostato nella provincia pavese per continuare i propri affari illeciti.