Le indagini hanno avuto origine dall’arresto di un cittadino turco, risalente all’aprile dell’anno scorso, risultato in possesso di circa 100 grammi di cocaina, che deteneva nella propria cantina. Gli accertamenti esperiti immediatamente dopo l’episodio indicavano estremamente probabile il coinvolgimento dell’albanese in attività illecite relative agli stupefacenti. Le successive relative indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica dottoressa Flavia Salvatore, hanno poi chiaramente confermato tale ipotesi, evidenziando le attività di spaccio di cocaina del soggetto attenzionato, sia presso vari locali pubblici di Gallarate, sia presso il domicilio dei clienti.
In particolare gli investigatori hanno attentamente ricostruito e documentato il suo modus operandi: l’albanese, al fine di evitare di essere colto in possesso di cospicui quantitativi di stupefacente in caso di un controllo di Polizia, prelevava ogni volta dal proprio “magazzino”, situato in un bosco, le singole quantità di droga che via via i clienti gli richiedevano al telefono, eseguendo varie consegne giornaliere.
Atteso il solido impianto probatorio raccolto nel corso delle indagini, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Busto Arsizio, dottoressa Tiziana Landoni, ha emesso il provvedimento restrittivo a carico dell’indagato, provvedimento che è stato eseguito dagli investigatori di Gallarate non appena rintracciato il destinatario. Durante l’esecuzione è stato rinvenuto e sequestrato il cellulare dell’arrestato, già utilizzato per tenere i contatti con gli acquirenti di droga. Al termine delle formalità di rito l’arrestato è stato associato presso la Casa Circondariale di Busto Arsizio, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.