Una conseguenza che si sta riscontrando in seguito alla riapertura delle molteplici attività economiche che insistono sul Vostro territorio.
A fronte della chiusura dei valichi secondari – da Voi a suo tempo approntata al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini in ordine all’emergenza sanitaria in corso – i numerosi frontalieri, che ogni giorno superano i confini attraverso le dogane rimaste aperte, sono costretti ad affrontare lunghissime code. Una situazione che comporta notevoli disagi non solo per gli automobilisti in transito, ma anche per i residenti dei Comuni di frontiera interessati dal passaggio dei mezzi.
La limitazione degli spostamenti transfrontalieri – che sta già creando notevoli problemi viabilistici e ambientali – comporterà ancora maggiori criticità a seguito dei graduali allentamenti al lockdown previsti per le prossime settimane.
Pur consapevoli della delicata situazione esistente, nel pieno rispetto delle normative anti Covid-19 attualmente in vigore, Vi chiediamo di valutare un piano per la riapertura dei valichi secondari tra Canton Ticino e Regione Lombardia, che faccia convergere il diritto alla salute pubblica con quello al lavoro”.
E’ quanto sottolineato in una lettera inviata questo pomeriggio dall’ Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Lombardia al Presidente Claudio Franscella e ai componenti dell’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio del Canton Ticino in merito ai disagi per gli spostamenti transfrontalieri connessi alle chiusure dei valichi secondari.
L’iniziativa, promossa in particolare dal Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi e dalla Vice Presidente Francesca Brianza, fa seguito anche a una Risoluzione approvata lo scorso 21 aprile in cui si sollecitava tra l’altro la temporanea sospensione della “tassa di collegamento” recentemente ristabilita dal Tribunale svizzero, la tutela occupazionale dei lavoratori frontalieri a fronte del rischio di licenziamenti di massa e la messa a disposizione dei frontalieri impegnati in attività essenziali di alloggi a prezzi calmierati per ridurre rientri e spostamenti lungo il confine”.
“Auspichiamo che si possa tenere quanto prima un incontro tra le istituzioni lombarde e ticinesi -concludono Fermi e Brianza- per approfondire meglio le situazioni e gli argomenti di maggiore attualità che interessano i nostri territori, così da trovare soluzioni utili e condivise nell’interesse soprattutto di lavoratori e cittadini frontalieri e dei Comuni di confine”.