Continua l’attività di contrasto allo spaccio di droga da parte della polizia.
A Gallarate martedi verso le 17:00, delle urla provenienti dal parco di via De Magri hanno attirato l’attenzione degli agenti del Commissariato che si sono affacciati alla finestra e hanno visto un uomo che, armato di coltello, inseguiva un gruppetto di persone che si davano alla fuga.
Gli agenti, intervenuti immediatamente hanno fermato due uomini che hanno subito tentato di dileguarsi.
I numerosi testimoni presenti sul posto hanno confermato agli agenti che i due fermati, un trentanovenne di Venegono Superiore armato di coltello ed un quarantaseienne di Gallarate armato di machete, insieme ad un terzo complice armato di un’ascia, avevano minacciato un gruppetto di sudamericani, coinvolgendo nelle minacce anche altre persone che si trovavano sul posto casualmente.
Il diverbio era dovuto ad un regolamento di conti legato alla compravendita di stupefacenti.
Un attento sopralluogo sul posto ha consentito di sequestrare un coltello verosimilmente utilizzato per le minacce.
I fermati sono stati denunciati in stato di libertà per il reato di minaccia aggravata dall’uso delle armi. Indagini in corso per ricostruire al meglio la dinamica dei fatti e l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti.
A busto arsizio un marocchino di 32 anni, sottoposto agli arresti domiciliari, è stato arrestato mentre andava nei “boschi della droga” in bicicletta.
L’uomo aveva commesso il suo ultimo reato lo scorso mese di febbraio quando, già sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, si era presentato in una pizzeria gestita da connazionali e aveva afferrato la borsa che la titolare teneva a tracolla, gridando di consegnargli i soldi e minacciando di ammazzarla in caso di rifiuto.
La vittima, che aveva opposto un’energica resistenza, era caduta a terra con il vestito strappato ma proprio in quel momento era arrivata la volante, chiamata da alcuni testimoni, che aveva bloccato il malvivente mentre cercava di allontanarsi in bicicletta arrestandolo per tentata rapina e violenza privata.
Dopo un periodo di detenzione in carcere l’uomo aveva ottenuto gli arresti domiciliari ma qualche giorno fa è stato notato da un agente del Commissariato di via Foscolo, libero dal servizio, mentre in sella a una bicicletta percorreva una strada che attraversa una zona boschiva in territorio legnanese ove è presente il fenomeno dello spaccio.
Immediata la segnalazione alla Corte d’Appello, che sta trattando il secondo grado del giudizio relativo alla rapina, che ne ha disposto la traduzione in carcere.